PROLOGO: Base di Vera Croce, Appennino Toscoemiliano
La figura umanoide sospesa nel
cielo, un gigante d’uomo interamente composto di energia verde luminescente,
aspettava.
Le massicce pareti metalliche
della cittadella verticale erano intatte. I progettisti, forti della tragica
esperienza della prima versione di VC, avevano predisposto degli scudi
energetici polarizzati sulla frequenza del Vibranio. L’energia cinetica
dell’attacco era stata in gran parte smorzata, anche se il sistema era andato
quasi in sovraccarico.
Non vi fu alcun fuoco di
risposta dalla base -e questo, l’essere composto di raggi gamma lo apprezzò. Capiva che loro capivano l’inutilità di
tentare di distruggerlo, lui era il
migliore.
La creatura aspettava. Sapeva
che avrebbero schierato un altro tipo di arma -del resto, lei glielo aveva promesso: avrebbe avuto la sua vendetta.
Vendetta per essere stato
ucciso.
Vendetta per essere stato
rimpiazzato da un gruppo di mocciosi,
nel ruolo che doveva essere suo…
Eccoli.
Meno furbi di quanto si era
aspettato, dopo tutto: vennero fuori a bordo di un Quinjet, in un assurdo
attacco aereo a testa bassa.
Come se per lui facesse
differenza -anzi, bersagli facili!
La creatura tese il braccio.
Dalla mano partì un colpo preciso, accuratamente dosato.
Il velivolo fu investito in
pieno, distrutto senza scampo.
Facile.
Troppo facile, constatò la
creatura, osservando quanto restava dei rottami precipitare a terra e dissolversi
in un’ultima esplosione.
Quando capì di essere stato
distratto con quell’esca fu troppo tardi: dischi di energia oscura, avvolti da
crepitanti energie, si materializzarono intorno a lui!
Un momento dopo, quei dischi
si piantarono nel suo corpo! Dove ci fu contatto, ci furono come delle
luminescenti eruzioni, mentre le enigmatiche forze della Dimensione Oscura si
sovrapponevano al corpo fisico del nemico.
Fu…destabilizzante. La
creatura ormai era al di là del dolore, ma fu ugualmente infastidita da
quell’attacco. Lui era un militare, doveva conoscere questi trucchetti da due
soldi! Lui era Mainman, era migliore
di quei perdenti di
MARVELIT presenta
Episodio 2 - Conti Sospesi
Si erano materializzati
intorno a lui, emergendo dal nulla, i non-volatori equipaggiati con jetpack ed
unità anti-G.
Ø
Front, il
capo. Costume imbottito, capelli biondi, fisicamente collegato alla propria
arma da una rete di cavi che andavano dai bicipiti al metallo.
Ø
Grip, body
viola, lunghi capelli neri e artigli di bioplasma che crepitavano intorno alle
mani.
Ø
Suede,
inquietante torcia umana di plasma nucleare.
Ø
Mandala,
esotica bellezza femminile mezza Indiana. Intorno a lei, i dischi oscuri
sembravano danzare.
Ø
Balance,
bionda signora della mente.
“Puoi scegliere,” disse Front,
con calma. “Arrenderti ora, e seguirci con le buone, oppure finire male.”
Mainman osservò i membri del
gruppo uno ad uno. “A finire male sarete voi, usurpatori.”
“ATTENTI!” urlò Balance. “Ha
intenzione di*” troppo tardi. Lei e l’intero gruppo furono consumati dall’onda
di energia gamma in cui Mainman si era trasformato improvvisamente, irradiando
come un nuovo Sole! In un istante, i corpi divennero scheletri carbonizzati, e
poi solo cenere.
Mainman sorrise. Era felice.
Lo fu davvero di meno, quando
si ritrovò una lancia di bioplasma infilata nella schiena! L’attacco di Grip
ebbe l’effetto di una scossa ad alto voltaggio. La creatura di energia grugnì
nell’equivalente del dolore. Allo stesso tempo, nuovi colpi di forza oscura
consumarono intere porzioni del suo corpo.
Un colpo di energie arcane dal
basso fu la ciliegina sulla torta! Colpito alla schiena, Mainman si dissolse in
una nube radioattiva.
“Non credevo che avrebbe
funzionato,” disse uno stupefatto Mister
Illusion. Sapeva di possedere il potere di generare illusioni, ma non era
sicuro che avrebbe funzionato su un essere che non aveva un corpo fisico.
Front abbassò la sua arma. Gli
altri membri di Gemini erano disposti in cerchio intorno a lui ed al loro più
recente acquisto. “Dove Balance è limitata dalla presenza di una mente nei suoi
bersagli,” disse Front, “tu puoi raggiungere le loro stesse anime. Il Metaimpulso scorre tanto forte in te
quanto in noi, non dimenticarlo.”
Il Brianzolo dai capelli
prematuramente ingrigiti scosse la testa. “Facile dirlo, per voi: ci siete nati con questo dannato Metaimpulso nel
sangue. Io ero solo un medico, non so neppure che ci faccio, qui.”
Front gli sorrise. “Hai un
lavoro ben retribuito. I tuoi compagni non ti abbandoneranno a te stesso. Spese
mediche pagate, auto aziendale e tutti gli altri fringe benefit del caso. Cosa vuoi che sia rischiare la vita ogni
tanto, in cambio, di questi tempi?”
Illusion
fece per ribattere…quando nel cielo iniziarono a danzare delle nuvole
smeraldine crepitanti di energia.
“Come temevo, bisogna adottare
un altro approccio con questo tipo,” disse l’uomo di nome Lancelot, osservando la scena sullo schermo. “Questi esseri di
energia possono essere davvero fastidiosi.”
Accanto a lui, il comandante
di Vera Croce, il Generale Orazio
Santaterra, squadrò severamente l’ex-agente SHIELD ora affiliato al Progetto Umbra. “Niente scuse e più
fatti, giovanotto: se l’Italia vuole diventare un referente degno di tal nome
nella lotta al terrorismo ed alla criminalità in Europa, Gemini deve funzionare al meglio.”
Lancelot
sfoderò un sorriso da sfinge. “Su questo ci può contare, signore. Diamo loro
solo il tempo di elaborare la strategia adatta. Solo l’esperienza sul campo
farà di loro combattenti sempre più in gamba.”
Centro di Ricerche
Biotecnologiche GreenGenos, Napoli
Una maschera metallica dagli
angoli aguzzi. Bocca carnosa, da seduttrice fatale. Capelli rossi come una
cascata di fuoco. Lame affilate ai polsi dei bracciali dell’armatura blu e oro.
Ampio mantello sanguigno.
In due parole: Alma Matrix.
La donna era intenta a
supervisionare il proprio lavoro di ‘ristrutturazione’ dei laboratori della
GG…cioè, quei laboratori segreti, posti a diversi metri sotto terra, sotto la
facciata legale eretta alle falde del Vesuvio.
Le pareti, il soffitto ed il
pavimento, un tempo metallici, erano ora composti di roccia a sua volta coperta
di un non meglio identificato materiale organico. L’impianto di illuminazione
era stato sostituito da torce accese dentro crani umani ancora sanguinolenti e
infilati in lunghe picche. Ovunque ci si muovesse, si aveva l’impressione di
muoversi in un antro infernale…esattamente come voleva Alma Matrix
Prima di darsi da fare, la
donna aveva consultato attentamente il database di quella struttura: era uscito
fuori che solo i suoi occulti finanziatori erano a conoscenza della sua
esistenza. Il personale era ‘sacrificabile’, si erano prese tutte le
precauzioni necessarie perché le autorità venissero sviate da false
informazioni in caso di decesso. Nessuno di questi scienziati o dei loro
assistenti aveva famiglia. Se per qualche ragione la struttura sotterranea
fosse andata perduta, non ci sarebbe mai stata un’ispezione delle autorità.
Magnifico!
Alma Matrix era una
scienziata, una vita fa. Ma contemporaneamente al suo lavoro di ricercatrice,
svolgeva dettagliate ricerche nel campo dell’occultismo. Era la sola
privilegiata, insieme al fu Dottor Edward Caine, a sapere del Metaimpulso alla
base del Progetto Gemini.
La sua ambizione l’aveva
spinta a stringere un accordo con la fonte in Terra del Metaimpulso: Nosferath. In cambio dell’assistenza,
lei avrebbe ricevuto le conoscenze necessarie a fondare una nuova disciplina,
basata su una commistione negromantica fra magia e scienza.
Sfortunatamente, Nosferath non
sapeva cosa farsene di un essere umano, se non come cibo. E Alma Matrix era
morta per la prima volta.
Sfortunatamente per Nosferath,
e presto per il resto del mondo, lei aveva predisposto un piano di emergenza.
Questa struttura abbondava di
materiale vivo, vuoi per quello che era stato letteralmente fabbricato nelle
vasche di clonazione, vuoi per i novantasette membri del personale, i suoi
nuovi soldatini.
La donna sollevò un palmo a
coppa, materializzandovi una sfera che mostrava la battaglia in corso. Le
sarebbe piaciuto scatenarsi, iniziare la sua piccola apocalisse ora e subito…ma
non era davvero il caso.
Mai come in questi giorni i
supereroi erano uniti in formazioni di potenza tale da potere rivaleggiare
ognuna un esercito, a dir poco. Il database era avvilente, in merito: i
Vendicatori, che sembravano essere diventati onnipresenti, i super-robot riapparsi
sulla scena dopo anni di assenza, persino dei cavalieri delle tenebre si erano uniti
a difesa del mondo!
No, doveva essere sottile,
procedere con la dovuta cautela. Darklady
era stata grezza, aveva aperto le porte dell’Inferno sperando di vincere
sommergendo i suoi nemici con la forza del numero. Ed era stata uccisa proprio
da un manipolo di quegli eroi che aveva sottovalutato.
Lei
non avrebbe ripetuto l’errore. Per prima cosa avrebbe eliminato i Gemini, i
soli che la potessero seriamente ostacolare. Il resto sarebbe venuto dopo…e
presto, per quanto poteva immaginare! Quei ragazzi non erano mai stati
addestrati a lavorare come squadra, figurarsi ora che avevano quel perdente di
Illusion fra le loro fila! Un po’ di pressione, e avrebbero capitolato
immediatamente
“Non potete sconfiggere Mainman così facilmente!” la voce
dell’essere rimbombò attraverso i tuoi che componevano le nuvole energetiche.
Queste ultime formavano ormai un vero e
proprio anello con un sole splendente al suo centro.
“Mainchi?” Chiese Front attraverso la cuffia…poi lui e gli altri
dovettero pensare ad evitare le saette che piovvero a raffica dal cielo,
scavando crateri nel terreno. Buona tattica: tenere il nemico disorientato,
disunito.
“Clyde McCoy,” rispose
Lancelot. “Primo volontario in un progetto volto a creare superumani per la
difesa europea. Lo irradiarono con raggi gamma a bassa intensità, e ne fu
consumato.”
“Il morto che parla, tanto per
cambiare,” commentò Balance. “E hai anche un suggerimento sul come friggere
questo *&$£ç, Lance?”
“Ci stiamo già lavorando. Contenetelo.
Non cercate di disperderlo. Non possiamo permetterci di avvelenare l’area.”
“Temo che sia troppo tardi,”
disse Suede, mentre osservava il ‘sole’ iniziare a muoversi, seguito dal suo
anello di nubi. “Forse posso fare qualcosa, base. Grip, ho bisogno di te!”
“Ricevuto, fratello.” Brandon
Blake, da terra, ascoltò attentamente attraverso il legame telepatico che
condivideva con suo fratello Robert. “Illusion, devi fermarlo. Inventati quello
che vuoi, ma non lasciarlo avanzare per qualche minuto.”
Cristiano Tangeri obbedì,
sotto lo sguardo severo di Front.
Improvvisamente, la nuvola si
fermò.
Suede schizzò in avanti. Volò
intorno alla formazione radioattiva, muovendosi ad una tale velocità che alla
fine il suo corpo non si poté distinguere dalla scia di plasma atomico che si
stava lasciando dietro…
Il risultato finale fu una
nuova bolla di energia abbagliante. <Brandon!>
“Ricevuto ed eseguito!” Grip
si concentrò con tutta la sua forza: metaimpulso o no, non aveva ancora tentato
qualcosa su una simile scala! Tese le braccia.
Gli artigli eruttarono. A
mezza strada, si estesero come un gigantesco ventaglio frastagliato…
L’intera bolla di plasma fu
avvolta in una salda presa!
Suede emerse dalle ‘dita’ di
bioplasma. <Ottimo! Resisti ancora per poco, Brandon! Se la mia teoria è
corretta…>
<Come sarebbe a dire ‘se la
tua teoria è corretta’??> Brandon stava iniziando a perdere sangue dal naso.
<…ti sarà sempre meno
doloroso!> Suede eruttò plasma dagli occhi, verso la bolla. Attraverso quel
contatto, l’eroe inglese comandò all’oggetto di restringersi, di restringersi
sempre di più…
Neanche lui aveva mai tentato
una cosa del genere, se non con oggetti molto meno pericolosi di una bomba
gamma vivente. La potenza prigioniera faceva tremare la bolla di plasma, ma lui
non mollò la presa. Fortunatamente, almeno, aveva l’aiuto di Grip. Più piccola
la bolla, più forte la sua presa…
“Mandala, sei pronta?” Alla
domanda di Lancelot, la donna annuì silenziosamente.
Mandala si concentrò. I suoi
capelli iniziarono a muoversi, spinti dalle energie crepitanti in lei.
Successe contemporaneamente:
Grip e Suede mollarono la presa, e la bolla scomparve in un buco nero.
Poi, il silenzio. Minuti di
interminabile silenzio, durante i quali i Gemini si chiesero se non avessero
sbagliato, se la tempistica non fosse stata errata, condannando così l’intera
base ad una morte atroce…
Poi, la familiare voce del
loro coordinatore. “Mainman è contenuto. Complimenti per il lavoro, gente.”
Nessuno
di loro sembrò esserne particolarmente colpito.
La mano coperta di metallo si
chiuse sulla bolla, dissolvendola.
“Fase
uno completata con successo,” disse Matrix. “Adesso, basta solo aspettare un
po’…”
“Bene, sono felice che abbiate
trovato il tempo di tornare al vostro dovere.” Santaterra diede ai Gemini il
tempo di sedersi, prima di cominciare dove era stato interrotto[i].
Tutti presero il proprio
fascicolo cartaceo. Santaterra disse, “Dicevo: furto di scorie nucleari a
Latina. Un’operazione rapida, chirurgica, a basso profilo. Per quanto ne sanno
i media, si tratta di un tentativo non riuscito, ma se non ritroviamo subito
quella roba, inutile dire che saranno dolori duri. Ora, nonostante quello che
certa stampa dice delle nostre forze armate, non siamo dei fessi. Frontiere e
porti sono in allarme, non un grammo di materiale può passare di lì...ma non
intendiamo aspettare che i ladri ne facciano buon uso.
“Per una volta tanto, i
cattivi non sono stati abbastanza precisi: un testimone è sopravvissuto
all’assalto al deposito per potere descrivere le uniformi di Alba Nera. Sempre secondo il testimone,
il furto è avvenuto sette ore fa, con l’ausilio di un camion speciale. Le
telecamere di sicurezza erano state disattivate, così non abbiamo altri
riscontri.
“Il camion descritto,
tuttavia, non si trova da nessuna parte, e le ricerche erano iniziate meno di
sessanta minuti dal furto.
“La
buona notizia, in tutto questo, è che le scorie non servirebbero per una bomba
nucleare. La cattiva è che ce n’è abbastanza per diverse bombe sporche. Almeno
quattro grandi città potrebbero essere trasformate in aree disabitate per un
bel pezzo. Pessimo per il turismo, che credo sia l’unica cosa rimasta a tirare
la nostra economia. Allora, tutto chiaro detective? O devo farvi anche un
disegnino?”
Pochi minuti dopo, un apparecchio
classe-Quinjet lasciò la base.
“Perché non potevo ucciderlo?”
chiese Debora Crovi, intenta a lucidare la sua pistola. “Almeno spingerlo a
farsi del male, no?”
“Balance, non puoi uccidere
chiunque ti stia antipatico,” disse Lancelot, ai comandi. “Il Generale
Santaterra ci ha appena affibbiato una responsabilità con i fiocchi. Se ci va
male, va male a diversi milioni di esseri umani.”
“Santaterra è un fascista
pazzesco: ha affibbiato la missione a noi pur di non doversi rivolgere ai Vendicatori o a qualunque altro super
straniero.”
“Non ti senti all’altezza,
forse?”
In
risposta, lei puntò la pistola alla testa del supervisore. L’espressione della
ragazza, però, era scherzosa. Tetra, ma scherzosa. “Che cosa? E perdermi la
possibilità di fare mangiare la polvere a quegli yankee saccenti?”
‘Fallimento’.
Illusion
considerò le possibilità di quella parola. Lui aveva già assistito dal vivo ad
una catastrofe causata dal giocare dell’Uomo con forze più grandi di lui. Aveva
visto come il Metaimpulso, libero di muoversi nel nostro mondo, aveva trasformato
innocenti forme di vita in perversioni oscene e letali.
Guardando
i Gemini gli sembrava di vedere dei robot…e forse, in un certo senso, era così.
Quei ragazzi non avevano avuto un’infanzia normale, secondo i loro dossier. Per
prima cosa, in qualche modo possedevano tutti una ‘maturità’ mentale prematura
fin dall’infanzia. Erano stati privati anzitempo del senso di meraviglia,
vedevano il mondo per quello che era, ed erano contenti -no, soddisfatti!- di
vivere insieme, senza socializzare al di fuori del loro gruppo.
Erano
cresciuti fra una sessione di addestramento e l’altra. Edward Caine, il padre
di Front, voleva solo i suoi soldatini perfetti, non degli esseri umani felici.
Cristiano
rabbrividì -lui, almeno, aveva avuto il lusso di potersi illudere (ah ah!) di
avere una vita normale, con tanto di depressione. Loro non sapevano cosa fosse una vita normale…
Ospedale Santa Maria
Goretti di Latina.
Atterrati nel piazzale del
parcheggio, gli eroi uscirono in fila indiana sotto numerosi occhi sgranati,
tanto dei passanti quanto di tutti coloro che si stavano sporgendo dalla
finestra.
Due guardie uscirono
dall’androne e puntarono le proprie pistole sui metaumani. “Alt!
Identificatevi!” urlò uno di loro, ma aveva due occhi grossi così per la paura.
Lancelot estrasse dalla
cintura e mise in mostra la sua tessera identificativa con il logo del SISMI.
Poi la tirò alla guardia.
L’uomo la afferrò. Esaminò
rapidamente il documento. Guardò di nuovo i Gemini, come li identificava il
documento: non aveva mai visto un ‘supereroe’ in vita sua, se non nei media…ma
gli sembrava difficile che dei terroristi volessero colpire mascherati in quel
modo… “Cosa volete?”
La porta della camera si aprì.
Il primario del reparto
imprecò. Si precipitò dentro insieme all’infermiera.
Nel letto di Terapia Intensiva
giaceva un uomo terreo, immobile. Le macchine che dovevano monitorarlo erano
spente, ma non ci sarebbe stato bisogno di riaccenderle, per capire la verità.
Balance si avvicinò al cadavere.
“Dottore, si faccia da parte.”
“Cosa..?” ma fu comunque
spinto all’indietro dalla ragazza. Poi Balance si chinò sul paziente e ne
afferrò le tempie -corpo quasi freddo, cattivo indizio.
Infilò prepotentemente la
propria mente in quella devastata dalla morte cerebrale, alla cerca di un
qualunque pensiero utile… “Niente da fare: completo deterioramento. Devono
averlo ucciso subito dopo averlo portato in ospedale.”
Il primario scosse la testa.
“L’ho esaminato personalmente. È entrato in questa stanza poco dopo le 23…”
“Chi doveva monitorare le
macchine?” chiese Lancelot.
Il Primario fece mente locale.
“C’erano solo due infermieri. Posso farvi avere i loro dati.”
Front annuì distrattamente. I
due infermieri, molto probabilmente due poveri cristi pagati una fortuna per
chiudere un occhio sulle macchine spente, erano già due cadaveri.
No, c’era bisogno dei dati su
un’altra persona…
Circa una decina di minuti
dopo, per concessione di Mandala, l’intero gruppo apparve nel salotto di un
piccolo appartamento.
“Brian, scansione,” disse
Front, rivolto a nessuno in particolare. Una voce metallica echeggiò dal suo
zaino. La porta e le
finestre sono collegate ad ordigni esplosivi di C-4 con innesco meccanico.
Nessuna telecamera o microspia rilevata. Nessuna forma di vita organica
macroscopica presente oltre i Gemini.
“Credevano di avere previsto
tutto,” disse Front. “Tranne noi. Brian, dammi una scansione ambientale.” Il
presupposto era semplice, del resto: l’esplosione sarebbe dovuta servire sia a
distogliere l’attenzione da quello che il fu Marco Zecchino aveva fatto, magari
facendolo passare per un complice dei terroristi, che a cancellare ogni
eventuale traccia scomoda di coloro che avevano piantato le bombe…
Brian the Brain, il computer
nello zaino di Front, poteva essere piccolo, ma era un concentrato di potenza
marca Talon. Oltre che prezioso strumento di elaborazione e di comunicazione,
era anche interfacciato con il sistema nervoso di Front per ‘implementare’ le
sue prestazioni in caso di necessità. Gli ‘occhi’ della maschera erano solo due
degli output sensoriali di Brian; nello specifico, scansirono l’appartamento su
varie lunghezze d’onda, radar e raggi X inclusi.
Ora bisognava solo sperare che
Zecchino fosse stato abbastanza furbo da premunirsi in caso avesse voluto fare
qualche soldo in più -naturalmente, sempre nella felice ipotesi che… Guarda guarda.
In un pannello della porta,
l’inconfondibile sagoma di un CD.
“Sembra proprio che il nostro
‘testimone’ avesse qualcosina da nascondere…” fece scivolare le dita sul
pannello, e premette nel punto giusto per aprirlo. Allo stesso tempo, prese dal
taschino il lettore CD/DVD. Vi inserì il disco.
Un microproiettore nella
cuffia trasmise il contenuto in versione olografica.
Il contenuto consisteva in una
ripresa di Marco Zecchino intento a parlare ad un cellulare, mentre passeggiava
avanti e indietro per la stanza. La sua espressione era concitata, il tono di
voce alterato dalla preoccupazione.
“Va bene, va bene! Farò quello
che volete, starò zitto…cazzo, mi farò anche sparare per farlo sembrare più
convincente. Ma quello che mi offrite non è abbastanza!” Ascoltò la voce
dall’altro capo della linea, poi scosse la testa. “Non se ne parla: sono io ad avere le chiavi del magazzino,
io…” di nuovo dovette tacere, e questa volta divenne pallido. Finalmente, rassegnato,
disse solo, “Va bene. Accetto.” E chiuse la comunicazione.
Dopo avere chiuso
l’apparecchio e rimessolo nella tasca, il Carabiniere corrotto si diresse verso
front. Armeggiò con l’invisibile telecamera e la sua immagine scomparve.
Credeva di farci dei soldi, da
questa cosa, invece sarebbe servito a quella gente solo per aprire loro la
porta. Per sfortuna loro, non erano riusciti ad ucciderlo con un colpo solo…
Front
aprì un canale. “Lancelot. Abbiamo una traccia: controlla fra gli effetti
personali di Zecchino,” e descrisse la registrazione appena visionata.
Un colloquio che, parola per
parola, non sfuggì agli occhi ed alle orecchie di Alma Matrix.
La donna era al settimo cielo.
“Ancora meglio di quanto sperassi. In un colpo solo, posso liberarmi dei Gemini
e portare avanti i miei piani
indisturbata. Le vittime dell’operato di Alba Nera mi darebbero un potere più
che sufficiente!
Quindi, mia cara pedina,
aspetta. Aspetta, poi colpirai, quando meno se lo aspettano.”